Cap.5
Capo Finisterre
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Capo Finisterre è il punto più estremo dell’Occidente
dove finisce anche un cammino fisico che è quello di Santiago di
Compostela ed idealmente ne prosegue uno mentale e spirituale che poi
è il cammino della vita ed è simboleggiato dall’Oceano
Atlantico. Decisi di fare questo cammino nell’estate del 2002 perché
sentivo di essere arrivato alla fine di un ciclo e dovevo mettere a fuoco
alcune cose importanti per poi ripartire ed iniziare una nuova avventura.
Ho sempre creduto nella scansione ciclica della vita e del tempo e credo
che l’ascolto attento e la lettura lucida di certi segni possano
aiutarci a capire meglio il nostro ruolo e la nostra missione. Quale modo
migliore per far questo che staccare la spina ed immergersi nella quiete
e nel silenzio della natura spagnola. Così con lo zaino in spalla
son partito da Sarria (Spagna del nord) e dopo cinque giorni di cammino
sono arrivato al faro di Capo Finisterre, facendo tappa alla Cattedrale
di Santiago dove ho ricevuto la Compostela che è una pergamena
che viene data a quei pellegrini che hanno fatto almeno 100 Km a
piedi. Lungo il cammino ho incontrato persone di età, provenienza
e culture diverse al saluto di “Hola!!!”, “Buenos dìas!!!”,
“Buen camino!!!”, una specie di segno di riconoscimento come
lo sono anche la conchiglia appesa al collo e il bastone per camminare.
Ognuno di loro portava con sé una storia del tutto personale e
motivazioni ben diverse per essere lì, anche le più semplici
e banali come quella di farsi una vacanza a piedi a contatto con la natura.
C’è chi in maniera del tutto aperta e sincera mi ha raccontato
le propria storia, chi ha voluto scambiare impressioni sul cammino e chi
invece ha preferito il silenzio e la meditazione. Durante il cammino però
credo che un po’ tutti abbiano dovuto fare i conti con certi problemi
pratici e situazioni. Dopo un po’ che cammini la riflessione imperante
diventa il fardello di cose che ti sei portato dietro nello zaino di cui
ben presto capisci l’inutilità e futilità e cerchi
quindi di sbarazzartene, anche se non è facile perché comunque
siamo abituati all’illusione che siano cose per noi importanti.
Credo che questa sia una bella metafora della vita, perché un pò
tutti noi ci portiamo dietro delle zavorre fisiche e mentali che ci opprimono
e ci impediscono di andare avanti come vorremmo. Anche il fatto di calcolare
bene le distanze e dosare bene le energie è un’altra componente
importante come quella di essere sempre vigili e attenti ai vari segnali
per non smarrire la via. Di spunti di riflessione il cammino ne offre
molti, basta volerli e saperli cogliere per farne prezioso tesoro durante
il difficile cammino della vita.
ricominciare
il viaggio sempre e mai
fermarsi. Quante strade deve percorrere un uomo, prima che si possa chiamare
uomo? La riposta soffia nel vento diceva Dylan e ancora oggi non smette
di soffiare per tutti quelli che dalla musica e parole vogliono continuare
a farsi accarezzare.
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