Ores stultorum
    (testo e musica di Paolo Brancaleoni)

    Le madri degli stolti son sempre incinte,
    come quelle degli sciocchi e degli indolenti;
    chi si accapiglia per una bottiglia,
    e chi disperde semi di grano.

    E le bestemmie son sassi lanciati contro il cielo,
    che a volte ricadono piano, piano,
    e il tuo schiaffo dato con la mano,
    presto o tardi tornerà indietro.

    Dove sei Signore mio
    in quest’attimo di ruggine
    anche le rondini volano su
    e tu hai un po’ di vertigine.

    Dove sei Signore mio
    piccola fiamma nella notte
    è che il silenzio ormai non c’è più
    ed la pioggia è uno squarcio del blu.

    Ad ovest di ogni pensiero c’è un desiderio,
    a nord la vita scorre come un treno,
    a sud il troppo caldo si squaglia nella mano,
    al centro la quiete di un violento uragano.

    Dove sei Signore mio
    in quest’attimo di ruggine
    anche le rondini volano su
    e tu hai un po’ di vertigine.

     

    Dove sei Signore mio
    piccola fiamma nella notte
    è che il silenzio ormai non c’è più
    ed la pioggia è uno squarcio del blu.