• POETA SOLITARIO
  • Musica Paolo Brancaleoni
  • La bellezza ha il cervello drogato
  • ed io qui a recriminare
  • esonerato dal fare il soldato.
  • Ragazzina, lasciami andare;
  • in solitudine voglio restare.
  • Amo gli storpi le donne zoppe e gobbe:
  • per la Bellezza e pazienza di Giobbe.
  • Và, ragazzetta: dove non so;
  • dove, di te, il passaggio del tuo stare
  • s'illumina di luce incerta e torva;
  • dove s'increpano bistratti cigli e onde sporche
  • d' una qualunque spiaggia peninsulare.
  • Penne di struzzo - poi - parrucche:
  • bellezze non serene e piene,
  • anime dissonanti e cucche.
  • Ragazzuola, non tornare:
  • nessuno dipanerà il complessato,
  • ammalato soltanto di nostalgia.
  • Và, ragazzetta; la vita urge, s'aliena;
  • e, fievole, d'un tratto, in attimi scompare.
  • Resta la nostalgia di chi, vivo per amore tacque
  • parole d'ordine, scegliendo di cantare.
  • Così il tempo debole vola: s'invecchia,
  • s'incipria di polvere e artrosi,
  • s'incrina come un logoro insulto.
  • Fra breve, per sempre, una brezza
  • marzolina ti chiuderà gli occhi:
  • creperai al fiorire del mandorlo di nessuno,
  • nell'anno del signore 2041.
  • Questa canzone è dedicata alla memoria dell'amico poeta Umberto Ajò.
  • Il testo di questa canzone è tratto da alcuni frammenti di una sua poesia il "Testamento".