Paolo Brancaleoni, cantascrittore, è come Babbo Natale. In questi tempi disagiati, ci riserva sempre belle sorprese. Ci regala parole che si confrontano positivamente con le nostre idee, con le nostre coscienze, con le nostre insoddisfazioni, con le ingiustizie a cui siamo ormai abituati e che ci appaiono sempre più insopportabili, nonostante il sonno indotto della ragione. Dalle parole di Paolo traspare un mondo che finge di amarci e che spesso non ci appartiene ma non dobbiamo smettere di credere e di combattere (di obbedire possiamo farne a meno…). Scorrono le parole e le note di questo Avamposto e ci riconosciamo come in uno specchio magico: siamo ancora noi, nonostante tutto. E allora sprofondiamo in un ascolto attento, gradito e indispensabile come una bibita rinfrescante, come una medicina, come una speranza. Ingannano le dolci atmosfere musicali, attuali, incisive: i messaggi che trasportano sono forti, dolorosi, quanto necessari. Nella musica di Paolo si sentono diverse influenze di generi e di autori che il Nostro ha saputo metabolizzare e restituirci alla sua maniera; e non è poco, direi, al giorno d’oggi dove la musica è piena di cloni. L’ascolto è allo stesso tempo sereno e impegnativo e mi lascia più ricco e consapevole, più forte, nella condivisione del pensiero. Grazie ancora Paolo per questo prezioso dono.
Edoardo De Angelis